
Effetto del Falso Consenso: “Lo pensano tutti” — Ma è davvero così?
Quante volte ti è capitato di pensare o dire: “È normale fare così, lo fanno tutti”, “Questa cosa è ovvia”, “Nessuno potrebbe pensarla diversamente”? Quando succede, potresti essere sotto l’influenza dell’Effetto del falso consenso (False Consensus Effect): la tendenza a credere che le nostre opinioni, abitudini e scelte siano condivise dalla maggioranza… solo perché sono le nostre.
Cos’è l’Effetto del Falso Consenso
L’effetto del falso consenso è un bias cognitivo che ci porta a sovrastimare quanto gli altri condividano le nostre idee e i nostri comportamenti. È un’abitudine mentale comoda: rassicura, riduce l’incertezza, rende più semplice decidere. Ma ha un prezzo elevato in termini di qualità delle decisioni, apertura mentale e relazioni professionali.
Perché ci caschiamo
- Ricerca di conferme: ci piace pensare di avere il “buonsenso” dalla nostra parte.
- Disagio per il dissenso: opinioni diverse mettono in discussione la nostra identità o competenza.
- Economia mentale: confrontarsi davvero richiede tempo, dati, fatica. Le scorciatoie cognitive sono più rapide.
- Bollicine sociali: frequentiamo persone simili a noi (online e offline) e scambiamo la bolla per il mondo.
Segnali d’allarme nella vita e nel lavoro
- Ignori o minimizzi punti di vista divergenti perché “qui la pensiamo tutti così”.
- Prendi decisioni “ovvie” senza ascoltare chi ha dati o esperienze diverse.
- Ti circondi solo di persone che ti danno ragione (camera dell’eco).
- Scambi il consenso momentaneo per verità o per validità della soluzione.
Conseguenze nelle decisioni aziendali
Nel contesto organizzativo, l’effetto del falso consenso può portare a:
- Miopia strategica: si ignorano mercati, rischi o clienti “non allineati”.
- Innovazione bloccata: idee non conformi vengono scartate prima di essere testate.
- Team poco inclusivi: le differenze vengono zittite “per andare veloci”.
- Errori ripetuti: si continua “come sempre” perché “ha sempre funzionato”.
Come disinnescarlo: pratiche di pensiero critico
- Fai domande, non supposizioni: “Quanti la pensano davvero così? Su quali dati mi baso?”
- Cerca attivamente voci contrarie: invita al tavolo chi non è d’accordo e proteggi il dissenso argomentato.
- Non confondere consenso con verità: il fatto che molti siano d’accordo non rende un’idea corretta.
- Allarga il campione: esci dalla bolla. Chiedi feedback a persone esterne al tuo gruppo.
- Usa dati e esperimenti: test A/B, sondaggi, prototipi; meno opinioni