Routine mentali: come riconoscerle e trasformarle

“Ho sempre fatto così.”

Quante volte ti sei trovato a pensarlo o a dirlo ad alta voce? È l’emblema delle routine mentali: schemi di pensiero automatici che, senza accorgertene, guidano il tuo comportamento quotidiano.

Cosa sono le routine mentali?

Non si tratta solo di abitudini pratiche, ma di narrazioni interiori che ripeti a te stesso e che finiscono per diventare regole non scritte. Alcuni esempi comuni:

  • “Inizio sempre dalle mail.”
  • “Il lunedì non sono produttivo.”
  • “Io ci metto un po’ a carburare.”
  • “Prima finisco tutto, poi penso a me.”

Frasi che sembrano innocue, ma che in realtà decidono per te come vivi il lavoro, spesso senza che tu te ne renda conto.

Il problema delle routine automatiche

Le routine mentali non sono sempre negative. Ti aiutano a risparmiare energia cognitiva e a gestire compiti ripetitivi. Ma quando diventano rigide:

  • Ti limitano, perché ti convincono che esista un solo modo di fare le cose.
  • Ti anestetizzano, riducendo la capacità di innovare e cambiare prospettiva.
  • Ti bloccano, facendoti credere che certe difficoltà siano inevitabili.

Come riconoscerle

Il primo passo è l’osservazione. Nota le frasi che ti ripeti ogni giorno e chiediti:
“Questa convinzione mi aiuta o mi limita?”
Spesso, solo il fatto di accorgerti della routine è già un modo per indebolirla.

Come cambiarle

Non servono rivoluzioni. Bastano piccoli dettagli che rompono lo schema:

  1. Cambia ordine: inizia la giornata senza aprire le mail, dedicati a un compito creativo.
  2. Sperimenta nuove regole: concediti una pausa prima di aver “finito tutto”.
  3. Riformula i pensieri: sostituisci “Il lunedì non sono produttivo” con “Il lunedì scelgo un obiettivo semplice ma importante”.
  4. Accogli la flessibilità: permettiti di non fare sempre nello stesso modo, anche se funziona.

Routine mentali e crescita professionale

Le routine mentali ti fanno sentire al sicuro, ma la crescita nasce dal cambiamento. Un/a leader consapevole non si lascia imprigionare dalle proprie abitudini cognitive: osserva, sperimenta, e guida il team fuori dall’anestesia della ripetizione.

La mente è una macchina potente, ma anche pigra. Se le lasci il pilota automatico, sceglierà sempre la strada più comoda, non quella più utile.
Cambiare una routine mentale può aprire nuove possibilità. Anche un gesto semplice, come non iniziare la giornata dalle mail, può fare la differenza.
Perché ogni piccola deviazione è un passo verso maggiore consapevolezza, libertà e crescita.